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Publication Open Access Machine learning and advanced statistics in astronomy: two applicationsIn the last decade, the advances in technology have permitted the development of highly automated surveys in many elds of astronomy. One of the most ambitious is the ESA mission Gaia. Mainly devoted to astrometric measurements in the Galaxy, Gaia will provide also spectroscopic and photometric data. All this information will amount to thousands of terabytes. The same goes for surveys designed to observe transient events: the ongoing Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System (PanSTARSS) and Dark Energy Survey (DES) (Bernstein et al. 2009), and the planned Large Synoptic Survey Telescope (LSST) (Ivezic et al. 2008), will produce a huge amount of data.1 The data production is thus quickly increasing, and is most likely to increase more with he future surveys. Astronomy is facing an era of data-ooding, where there will be much more data then we are able to analyse with classical methods. The way to deal with this ood, the way in which we can extract scienti c information in a short time scale, is using techniques developed in the eld of statistics and computer science. In this framework, in this work are presented two applications, one using spectroscopic data and the other photometric data. The rst is the use of an automatic method called MATISSE to determine atmospheric parameters from stellar spectra. The second is the development of a data driven classi er for supernovae using photometric information alone.161 43 Publication Open Access Visualizzazioni e rappresentazioni sensoriali della scienza non visibileLa visualizzazione scientifica è la resa in forma visuale di dati, al fine di meglio comprenderli per sé e più facilmente illustrarli ad altri. I dati visualizzati sono informazioni quantitative frutto di osservazione, astrazione o calcolo. Il processo di visualizzazione presuppone una serie di regole per la codifica e decodifica dell’informazione. Normalmente il codice rappresentativo è articolato, per gestire al meglio il compromesso tra la fedeltà di rappresentazione e i limiti del mezzo usato per rappresentarla; non di rado però è sottointeso. Nei casi in cui la rappresentazione visuale è densamente figurativa, cioè imita espressamente la realtà, questo può portare a una confusione tra significante e significato oppure a un’interpretazione errata da parte dell’utente guidata dall’analogia con la memoria e l’esperienza vissuta. Questo fraintendimento può dimostrarsi particolarmente rischioso nei casi in cui la rappresentazione visuale ha come oggetto qualcosa di fisicamente esistente ma, per cause legate alla natura fisica dell’oggetto, inaccessibile alla vista e agli strumenti ottici. Abbiamo argomentato come nel caso di rappresentazioni della realtà più arbitrarie e scarsamente figurative, la corrispondenza con il contenuto informativo è più cosciente nell’utilizzatore, permettendo di superare alcuni dei limiti cognitivi delle rappresentazioni visuali. Ci siamo quindi chiesti se non fosse possibile, e magari anche conveniente, realizzare rappresentazioni sensoriali che non fanno uso della vista e ne abbiamo studiato le potenzialità. Lo studio ha guidato la realizzazione di una resa in forma tattile e uditiva dell’emissione di onde radio da parte di oggetti celesti in una regione di cielo, attraverso parametri tattili e uditivi arbitrari e non necessariamente corrispondenti ad analoghi visuali. La sperimentazione, effettuata anche con l’aiuto di utenti non vedenti, ha evidenziato una notevole efficacia in termini di trasferimento di informazione e di coinvolgimento di un pubblico diversamente abile, mostrando interessanti spunti di ricerca futuri in ambito didattico, museale e sociale.172 88